La ceramica raku nasce con il tè e ad essi sono legati due concetti della filosofia Zen, ovvero l’estetica del vuoto e wabi -sabi. Se si osserva una tazza raku, la prima cosa che colpisce è la sua forma asimmetrica caratterizzata da crepe e buchi più o meno irregolari. Queste caratteristiche possono apparire ad un occhio occidentale, come segni di incompletezza derivati da una tecnica poco raffinata. Si tratta invece di una tecnica che richiede grande perizia e che mira al vuoto e all’irregolarità come valore estetico assoluto e ricco di significati.  

Nella tradizione Zen del chanoyu i vuoti irregolari della ciotola che contiene il tè matcha sono segni di eccellenza estetica perché  rievocano il vuoto il cui significato si esprime nella sua interazione con i pieni. Il vuoto o i vuoti si ottengono materialmente sull’oggetto durants-l500e una precisa fase di cottura. L’oggetto raku perfetto è ottenuto mediante il processo di riduzione repentina della temperatura, per cui viene sottratta una quantità casuale di ossigeno che produce un vuoto cromatico e di materia creando forme imprevedibili, rustiche e irripetibili secondo l’ estetica wabi sabi.

Il concetto estetico del vuoto che appartiene alla ceramica raku viene rievocato durante la cerimonia del tè giapponese, infatti la ciotola raku viene creata appositamente per la cerimonia Zen del tè (chanoyu) che è una pratica di meditazione. In questo senso l’oggetto raku e la cerimonia del tè sono facce di una stessa medaglia ed essendo parte integrante di un unica pratica meditativa sono legate all’esperienza del vuoto riconducibile alla meditazione zazen. Si tratta di un’ esperienza corporea attraverso la respirazione che consiste nella pratica di inspirare-espirare nell’alternarsi di pieno-vuoto che coinvolge tutti i sensi.

Il vuoto è quindi un concetto estetico, raggiungimento del bello, di pace spirituale, dell’assoluto e della consapevolezza interiore, poiché il gesto calmo, attento e preciso del maestro del tè esprime l’esperienza del pieno-vuoto che libera la mente dallo stress della vita quotidiana. Okakura Kakuzo nel suo celebre Il libro del tè, ricorda che la preparazione di una tazza di tè anche in ambito domestico e privato, può richiamare un momento rituale ed una esperienza estetica in cui è possibile evocare l’esperienza del vuoto.

Immagini da/: Pinterest.com/greg/1224/ceramics/
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